Cellulari, stop ai servizi premium senza il consenso dell'utente
Il blocco potrà essere rimosso soltanto se il consumatore lo vorrà, seguendo una procedura di autenticazione forte. Sono esclusi dalle procedure a due fattori i servizi bancari e postali, sms solidali, mobile ticketing e televoto
Pubblicato il 05 febbraio 2021 da redazione

Tempi duri per i "furbetti del telefonino". L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha infatti bloccato i servizi premium in abbonamento sulle sim in assenza di un consenso esplicito da parte dei clienti. Il blocco potrà essere rimosso soltanto se il consumatore lo vorrà, seguendo una procedura "forte" per comunicare luce verde all'operazione. Il consenso dovrà essere documentabile da parte delle compagnie telefoniche.
Il blocco sarà presente sulle nuove schede; su quelle vecchie invece si attiverà dopo 30 giorni dalla ricezione di un messaggio di testo, a meno che il cliente non abbia reso esplicità la volontà di rimuoverlo.
Il pronunciamento dell'Agcom (relatore il commissario Antonello Giacomelli) mette fine al fenomeno dei servizi a pagamento in abbonamento aggiunti ai piani telefonici senza il permesso del cliente. Formule che prevedevano in vari casi la permanenza dell'offerta in caso di disattivazione. Saranno quindi vietate operazioni come l'attivazione non richiesta di servizi internet ad anziani che non hanno neppure telefoni predisposti alla navigazione sul web, né si sono mai connessi.
Ora, come detto, sarà il cliente a decidere. E lo farà, nella gran parte dei casi, inserendo il suo numero di cellulare e una one time password di almeno cinque cifre. Farà eccezione all'obbligo di autentificazione forte una serie di operazioni, che manterranno l'operatività a un fattore: sms solidali, servizi bancari o postali, mobile ticketing e televoto.
In un sito internet, le compagnie telefoniche dovranno informare l'utenza sui servizi bloccati e quelli esclusi. I provider hanno 45 giorni di tempo per adeguarsi alle nuove norme sul blocco e 120 a quelle sull’attivazione.
Soddisfazione da parte delle associazioni che rappresentano la clientela. Questa decisione, ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, è un passo avanti importante a difesa dei diritti degli utenti che arriva dopo una lunghissima battaglia. Finalmente sono state introdotte misure, come quella del blocco sulle sim, che tutelano i consumatori da operatori poco trasparenti che mirano ad attivare servizi non richiesti”.
“Si tratta”, gli ha fatto eco Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, “di una vittoria storica per i consumatori, che da anni denunciano la giungla dei servizi a sovrapprezzo attivati in modo ingannevole e carpendo la buona fede dei cittadini. Un business, quello dei servizi in abbonamento sulle schede sim, che vale circa 800 milioni di euro annui, e che porta gli utenti a pagare servizi non richiesti, attivati per errore o grazie a raggiri. Spesso i consumatori pagano questi abbonamenti senza rendersene conto, proprio perché non hanno mai fornito esplicito consenso all’attivazione, e nei casi in cui si chiede la restituzione di quanto pagato la procedura è complessa e senza alcuna garanzia di rimborso”.
Foto di Free-Photos da Pixabay
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