Gli hacker tornano ai crimini tradizionali (e ai malware bancari)
Lo ha osservato Eset, nel rapporto sulle minacce informatiche del terzo trimestre 2020. Ma...
Pubblicato il 28 ottobre 2020 da redazione

Che l’odioso cyber-sciacallaggio sul Covid non sia più di moda è esagerato dirlo. Ma, dopo mesi di violazioni legate al coronavirus, i criminali informatici sembrano essere tornati a concentrarsi maggiormente su operazioni fraudolente tradizionali. Anche se sul lato Covid (e sue conseguenze) non bisogna, appunto, abbassare la guardia: basti pensare che il lavoro da remoto è un ambito in cui i rischi sono rimasti molto alti. Lo afferma il rapporto Eset sulle minacce informatiche del terzo trimestre 2020.
L'azienda slovacca ha anche evidenziato che il numero di client unici colpiti è aumentato di più di un terzo, e i tentativi hanno subito un incremento del 140%. “Il continuo aumento degli attacchi Rdp potrebbe essere il risultato del crescente numero di sistemi scarsamente protetti connessi a internet durante la pandemia", ha affermato Jiří Kropáč (nella foto), responsabile dei Threat detection labs di Eset. "Oppure dell’ingresso di nuovi attori malevoli che si ispirano a gang del ransomware per colpire l’Rdp”.
Nel terzo trimestre, afferma Eset, sono tornati in auge i cryptominer (in particolare di Emotet, ricomparso dopo mesi di inattività) e sono aumentati i malware bancari.
Fra i risultati più importanti ottenuti dai ricercatori per contrastare il crimine informatico, invece, la scoperta di un numero maggiore di chip wi-fi vulnerabili a bug simili a quelli di KrØØk e di un malware per Mac in bundle con una app per il trading di criptovalute; è stato anche rilevato CdrThief, che colpisce i soft switches dei Voip di Linux; mentre si è ampliata la conoscenza di Krypto Cibule, malware per le criptovalute.
MALWARE