Smartphone può far rima con privacy?
Lo abbiamo chiesto a Gaël Duval, che ha realizzato il progetto e.foundation per sviluppare un nuovo sistema operativo. Ed ecco che cosa ci ha risposto
Pubblicato il 11 febbraio 2021

Il mercato dei sistemi operativi per smartphone è oggi nelle mani di Android e, in misura minore, di Apple. Windows non ha sfondato e altri, una volta molto diffusi, sono scomparsi dai radar, o quasi.
Nascono però nuove proposte, che hanno come primo obiettivo quello di assicurare la privacy degli utenti, senza obbligarli a trasferire (legalmente, sia chiaro) dati all'azienda costruttrice.
Tab Magazine ne ha parlato con Gaël Duval (nella foto), informatico francese che ha dato il via a uno di questi progetti - la e.foundation e il nuovo sistema operativo /e/OS.
Domanda. Prima di tutto: perché ha avuto un'idea simile?
Duval. Nel 2016 iniziai a lavorare su alcuni progetti di sviluppo software per smartphone. E mi resi subito conto che i telefoni raccoglievano molti dati personali e li inviavano ad alcuni server di Apple e Google, ma anche di altri. Pensai che questo è un grande problema per la nostra privacy. E quindi cercai possibili alternative sugli smartphone, qualcosa che potesse rispettare molto di più la mia privacy, a livello di progettazione.
Domanda. Con quali risultati?
Duval. Ho trovato poco. Alcuni progetti si stavano esaurendo, come accade ora a FirefoxOs, o non offrivano un buon livello di esperienza utente.
Domanda. E quindi ha provato a fare da sé...
Duval. Ho iniziato a cercare. A cercare tutti i mattoncini che potessero essere utilizzati per creare un sistema operativo mobile. A cercare servizi on line dedicati che offrissero una piacevole esperienza utente, fossero compatibili con le applicazioni mobili esistenti e non raccogliessero i dati dell'utente tutto il tempo.
Domanda. Li ha poi trovati?
Duval: Sì: fortunatamente, la maggior parte dei mattoncini era già disponibile come software open source, anche se era necessario un grande sforzo di integrazione. Prima di fine 2017 ho scritto alcuni articoli sul progetto, spiegando cosa volevo fare e come. Li ho intitolati Leaving Apple & Google. E ho iniziato a raccogliere su Kickstarter (piattaforma di crowdfunding, ndr) i primi fondi e ottenere il feedback degli altri sul piano. Ha avuto molto successo. Questo mi ha convinto che il mercato avesse iniziato a chiedere qualcosa di diverso, un nuovo approccio più etico per i sistemi operativi degli smartphone.
Domanda. Che cosa succede oggi ai nostri dati personali sui telefonini?
Duval. Uno studio condotto nel 2018 da un'università americana ha dimostrato che utilizzando uno smartphone Android un utente invia circa 12 megabyte di dati ogni giorno a Google. Con un iPhone, sono circa 6 mega al giorno.
Domanda. Che tipo di dati sono?
Duval. Per esempio la geolocalizzazione, le abitudini dell'utente, i suoi contatti, le e-mail, le ricerche sul web, la cronologia di navigazione. In breve, la maggior parte di ciò che accade nella vita attuale di un utente è conosciuto, tracciato e utilizzato dai giganti della rete per alimentare la propria attività. E questo non prevede il consenso di chi utilizza lo smartphone, né la possibilità di utilizzare il prodotto senza permesso. Una situazione molto problematica. Perché quei dati dicono molto, e davvero molto, riguardo a chi sei e a cosa stai facendo. Possono essere utilizzati dai giganti del web, ma anche venduti ad altri. E ciò può avere gravi conseguenze: guardi per esempio a quanto è accaduto con lo scandalo Cambridge Analytica.
Domanda. Ma questo è adeguato alla Gdpr?
Duval. Sì. Quando un utente inizia a utilizzare un Android o un iPhone, deve approvare i (lunghi) termini d'uso. Chi non dà l'autorizzazione, non può utilizzare il dispositivo. Questa è una delle debolezze della Gdpr.
Domanda. Gli antivirus non possono fare niente per bloccare i flussi di dati?
Duval. A livello di sistema operativo no, non possono fare nulla, o quasi. Proteggono dai virus o da possibili attacchi su internet. Ma sicurezza e privacy sono due cose diverse. E' possibile avere una e non l'altra.
Domanda. I problemi sono di tutti?
Duval. Android è probabilmente il sistema che dà più problemi in questo senso. Ma Apple non è da meno, dato che riceve un assegno annuo di 12 miliardi di dollari (sì, 12.000 milioni) per mettere Google Search di default negli iPhones.
Domanda. E gli altri sistemi?
Duval. Non ho approfondito molto sugli altri sistemi, ma Microsoft non ha una grande reputazione sulla privacy, Blackberry non è compatibile con gran parte delle app e Symbian non esiste ormai più.
Domanda. Pensa che il tramonto del sistema operativo Rim dipenda proprio dal fatto che assicurava molta privacy?
Duval. Forse. O magari è stata causata da Facebook e Instagram, che non volevano più investire in mercati di nicchia. E' questo che ha causato la fine del sistema operativo Firefox. E c'è un'altra considerazione importante da fare: i sistemi operativi non dovrebbero essere piattaforme infrastrutturali interoperabili e compatibili? Sistemi in grado di portare a bordo qualsiasi applicazione software? Immagini un'autostrada che permette l'accesso solo a poche marche di automobili.
Domanda. Il vostro sistema operativo si integra con gli altri sistemi o li sostituisce?
Duval. Sostituisce Android o altri sistemi, non è stato realizzato per essere installato sopra uno esistente. Abbiamo certamente fatto molti sforzi per creare una user experience il più vicino possibile moderna e semplice.
Domanda. In che modo si installa su un telefono? Avete ricevuto alcune critiche per la difficoltà dell'operazione.
Duval. Il nostro sistema operativo non è semplice da installare, è vero. Abbiamo sviluppato un software, Easy Installer, che ha l'oboettivo di facilitare molto il processo, ma per ora offre supporto a circa cinque modelli su 100 utilizzabili da /e/OS. E' questo il motivo per cui abbiamo reso possibile acquistare, su un sito dedicato, il nostro sistema operativo già preinstallato sugli smartphone (finora, disponibile solo per i clienti dell'Unione Europea). Vendiamo una selezione di telefoni con /e/OS già a bordo, compresi alcuni ricondizionati o qualche Fairphone 3 o Gigaset.
Domanda. Proteggete anche da eventuali violazioni della privacy da parte di social network?
Duval. Non ancora, ma abbiamo un privacy score nel nostro programma di installazione. Questo tool avvisa gli utenti quando nelle applicazioni mobili sono presenti tracker, che come i cookie possono inviare molti dati a terze parti, senza che l'utente ne sia a conoscenza. Il prossimo passo che vogliamo fare sarà gestirli e tagliarli per gli utenti che lo desiderano. Questo è uno degli scopi di un software privacy central in fase di sviluppo.
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