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Tecnologie per assicurazioni e banche

Segnali positivi per le fintech

15 Dicembre 2022

Lo rivela l’edizione 2022 dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. Che dice anche…

Marco Giorgino

 

“Nel 2022 la situazione geopolitica, l’inflazione crescente e l’aumento dei tassi di interesse hanno rapidamente mutato lo scenario per il settore bancario e assicurativo. In un contesto di crescente complessità, non mancano i segnali positivi per il fintech e l’insurtech italiano: cresce il numero delle realtà e aumentano i ricavi, anche se le imprese innovative guardano ancora poco ai mercati esteri e non attirano stabilmente funding da attori internazionali, mentre i risultati delle partnership sono ancora limitati. L’ecosistema è comunque vivace e i clienti si dimostrano sempre più interessati alle proposte innovative sia delle start up, sia degli incumbent”. Lo ha dichiarato Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano, a margine della presentazione dello stesso studio.
Secondo l’Osservatorio, sono 630 le start up e scale up fintech e insurtech che operano attualmente in territorio italiano, di cui 27 nate da gennaio a oggi. Queste aziende hanno raccolto fondi per oltre 900 milioni di euro, arrivando all’importo di 3,7 miliardi dal 2009 a oggi.
Il mercato è molto concentrato: il 5% di queste imprese ha infatti raccolto il 90% dei finanziamenti. A livello geografico, prevale Milano con il 69% degli investimenti.
Dopo le qualificazioni mondiali, che avevano visto la nazionale rossocrociata relegare la squadra azzurra dai (fatali) playoff contro la Macedonia del nord, l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano aveva “rigiocato” Italia-Svizzera nel mondo delle insurtech, evidenziando un vantaggio rossocrociato.

 

La situazione europea

In Europa, considerando solo le aziende che hanno ricevuto almeno 1 milione di dollari, le start up sono 1.392 (+81% rispetto al 2020), che hanno raccolto 35 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni (+73% rispetto a due anni fa), con un media di 25 milioni di dollari a testa.
Il 38% ha sede in Gran Bretagna, l’11% in Francia e il 9% in Germania (9%). Londra guida anche la graduatoria per importi raccolti (17,4 miliardi di dollari) e precede, ancora una volta, Parigi (3,2 miliardi) e Berlino (3 miliardi)..
Per settore, prevale il comparto dei pagamenti, primo per unicorni in attività e (in coabitazione con le soluzioni digitali dedicate agli investimenti) per numero di start up (29%). Seguono cryptoasset (23%), prestiti (17%), insurtech (13%) e regtech (10%).
Proptech e lending sono invece sui primi due gradini del podio per fondi raccolti (rispettivamente 65,5 e 40,3 milioni di dollari).
Crescono i modelli banking as a service, “grazie a cui”, ha affermato Laura Grassi, direttrice dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, “le digital company che non hanno una licenza bancaria possono offrire ai propri clienti servizi come conti correnti on line, soluzioni di pagamento, carte di credito, prestiti, assicurazioni e investimenti. Per il prossimo futuro ci attendiamo ulteriori sviluppi in cui attori non finanziari abiliteranno velocemente e senza legacy la loro base clienti a questi prodotti o servizi”.

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