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Tecnologie per assicurazioni e banche

Attacchi informatici: ecco quante aziende sono assicurate

8 Novembre 2022

Secondo uno studio di Swiss Re, le imprese che decidono di sottoscrivere una polizza cyber sono in continuo aumento. Ma restano residuali

 

Il salto di livello degli attacchi informatici, la diffusione dei ransomware e la digitalizzazione delle infrastrutture mettono in pericolo i servizi essenziali. Le connessioni a internet. Ma anche la stessa fornitura di energia, e persino di acqua. Lo ricorda uno studio di Swiss Re, che ha osservato un maggior ricorso alle polizze per coprire queste eventualità. La crescita degli attacchi informatici, ha infatti ricordato il capo economista Jérôme Hägeli, “ha aumentato la consapevolezza dei rischi e quindi la domanda di protezione assicurativa in ambito cyber“.
Tuttavia, ha proseguito, “a causa della difficile quantificazione delle potenziali perdite e dello scenario in rapida evoluzione, il rischio informatico ha attualmente una assicurabilità limitata. Questo restringe la capacità del mercato, con un gap di protezione in ambito cyber che è intorno al 90%”.
Secondo lo studio, infatti, gli attacchi informatici hanno spinto le polizze di protezione informatica, che nel 2021 hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari e che, secondo le previsioni, potrebbero crescere annualmente del 20%, con 23 miliardi di dollari di raccolta.
I danni globali che derivano dal rischio cyber, però, sono di circa 945 miliardi di dollari, rendendo i premi una frazione delle perdite. Per questo motivo, l’interconnessione dell’economia rende ogni singolo pericoloso per l’intero portafoglio di un riassicuratore, “con danni di tipo sistemico la cui copertura può essere insostenibile”, afferma una nota. Oltre a questo, prosegue il rapporto, le perdite sono causate soprattutto da errori umani, e quindi difficili da quantificare.
“C’è un enorme potenziale di crescita in ambito cyber, ma il mercato deve ancora maturare. Il nostro settore ha un ruolo chiave in tre ambiti: migliorare uso dei dati e dei modelli, aumentare la coerenza e la chiarezza dei contratti, individuare nuove fonti di capitale” dice John Coletti, responsabile cyber reinsurance di Swiss Re. “E’ cruciale una migliore conoscenza dei rischi perché ciò contribuisce a mitigare le conseguenze degli attacchi. Inoltre, poiché il cyber si compone di elementi sia umani, sia tecnologici, è per sua natura in continua evoluzione ed è perciò è necessaria una collaborazione rafforzata tra aziende, assicuratori e governi.

 

Foto di Jan Alexander da Pixabay

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