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Tecnologie per assicurazioni e banche

Bretton Woods è a rischio?

23 Ottobre 2024

L’opinione di Jeffrey Greenbaum, dello studio legale Hogan Lovells

Jeffrey Greenbaum
Jeffrey Greenbaum

 

Al vertice Brics di Kazan, la Russia ha proposto la realizzazione di pagamenti digitali alternativi. Uno scenario che minaccerebbe la centralità del dollaro e gli stessi accordi di Bretton Woods del 1944. Semplice boutade o programma in grado di scardinare un sistema?
Ha risposto a questa domanda Jeffrey Greenbaum, global regulatory partner dello studio legale internazionale Hogan Lovells.
“I recenti scenari geopolitici”, ha affermato, “hanno fatto emergere sempre più la centralità strategica e la strumentalità politica delle infrastrutture del sistema dei pagamenti. In questo contesto, fin dal sistema di Bretton Woods gli Stati Uniti hanno assunto e consolidato un ruolo dominante e, forti di questo ruolo, hanno impiegato, specialmente negli ultimi anni, le infrastrutture dei sistemi bancari e finanziari come strumenti di controllo finanziario, usando quasi come un’arma la profonda interdipendenza creatasi a partire dal secondo dopoguerra (parlano di weaponised interdependence Henry Farrell e Abraham L. Newman, autori del recente Underground Empire)”.
Ha proseguito Greenbaum: “occorre notare che la proposta di Mosca non rappresenta il primo tentativo di superare Swift: già nel 2014 la Banca centrale russa aveva annunciato il sistema Spfs, mentre nel 2015 la Cina lanciò il Cips, ed entrambi i progetti raccolsero scarsi successi. Anche se nell’attuale clima di crescenti tensioni, a nostro avviso, l’obiettivo del Cremlino, sia pur comprensibile, potrebbe essere di difficile raggiungimento”.

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