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Tecnologie per assicurazioni e banche

Digital workplace, banche e assicurazioni sono in ritardo

27 Giugno 2023

Lo afferma Adriano Gerardelli, di Minsait. Che suggerisce tre interventi per colmare il gap

digital workplace

 

Il digital workplace è utilizzato a sufficienza da banche e assicurazioni? Secondo Minsait, la risposta è negativa. L’ambiente di lavoro ibrido e tecnologico, basato su collaborazione, condivisione e aggiornamento di dati – prosegue la società del gruppo Indra specializzata in trasformazione digitale e It – potrebbe essere sfruttato meglio dalle aziende dei due settori. E questo, secondo il suo responsabile finanziario Adriano Gerardelli, può avvenire grazie a tre interventi.

 

Migliorare la tecnologia

Il primo si sostanzia in migliori dotazioni tecnologiche. Secondo il manager, banche e assicurazioni dovrebbero dotarsi di “piattaforme di collaborazione digitale in cloud per favorire il coinvolgimento e la cooperazione tra i professionisti; strumenti di intelligenza artificiale” per aiutare i lavoratori “ad automatizzare compiti ripetitivi liberando tempo prezioso da spendere in attività decisionali o di relazione con i clienti; un’infrastruttura di sicurezza informatica avanzata che, unita a una cultura aziendale orientata alla sicurezza, possa aiutare a ridurre al minimo i rischi di furto d’identità e a garantire la protezione degli accessi; strumenti di analytics e intelligenza dei dati per avere sempre a disposizione tutti i dati aziendali a cui si ha accesso”.

Dipendenti al centro

Secondo intervento, il miglioramento dei processi mediante una nuova cultura aziendale che metta al centro l’esperienza del dipendente. Le tre parole d’ordine, in questo caso, sono “flessibilità, qualità ed efficienza”, che secondo Gerardelli “devono guidare il ridisegno dei processi in base alle aspettative e alle esigenze degli impiegati. Questo tipo di approccio favorisce una maggiore soddisfazione dei dipendenti, un miglioramento della produttività, una maggiore attrattività e fidelizzazione”.
Inoltre, “il ridisegno dei processi richiede un coinvolgimento attivo dei dipendenti stessi al fine di progettare e implementare processi personalizzati in base alle varie necessità specifiche, favorendo un senso di appartenenza e promuovendo l’innovazione all’interno” dell’istituto bancario o della compagnia assicurativa.

 

Obiettivo: lavoratori soddisfatti

Infine, la terza leva per migliorare il digital workplace. Che “riguarda la misurazione della soddisfazione dei dipendenti in merito ai servizi messi a disposizione dall’impresa, ma non sulla base dei tipici Kpi aziendali, concepiti secondo logiche business-centriche, bensì attraverso service level agreement di esperienza, focalizzati sulle persone.
Questo permette di ricavare dati quanto più oggettivi possibile, attraverso l’utilizzo della tecnologia per misurare alcune aree che non sono facili da raggiungere attraverso i classici questionari, andando a intervenire dove necessario per offrire ai dipendenti la migliore esperienza possibile”.
Circa un mese fa, uno studio realizzato da Infobip e Idg Research, aveva evidenziato il ritardo di banche e assicurazioni nell’adottare un approccio omnicanale.

 

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