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Il Garante blocca ChatGpt

31 Marzo 2023

L’autorità ha rilevato “l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali”

Garante
Il messaggio che appare sul sito di ChatGpt

 

Il Garante della privacy ha disposto il blocco di ChatGpt, bot di conversazione che si basa sull’intelligenza artificiale dell’organizzazione non profit OpenAi. La ragione dello stop è la mancanza di un’informativa per gli utenti, ma soprattutto “l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”, si legge in una nota dello stesso Garante.
“Come peraltro testimoniato dalle verifiche effettuate”, prosegue la comunicazione, “le informazioni fornite da ChatGpt non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto. Assente, secondo il Garante, anche un filtro per la verifica dell’età, sebbene “il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni”.
Il blocco rimarrà attivo fino a quando i gap evidenziati non saranno colmati. Inoltre, per evitare una sanzione “fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo”, OpenAi dovrà comunicare entro 20 giorni le misure per attuare le richieste del Garante.
Pronta la risposta di Sam Altman, ceo di Open Ai. “Pensiamo di seguire tutte le leggi sulla privacy”, ha twittato il top manager. “Ovviamente ci rimettiamo al governo italiano e abbiamo smesso di offrire ChatGpt in Italia”.

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