La nuova frontiera del phishing: i messaggi nelle lingue locali
18 Aprile 2024
A rendere teoricamente possibile il nuovo rischio, l’intelligenza artificiale generativa. La tecnica potrebbe essere utilizzata per creare empatia e fiducia nelle potenziali vittime
Un messaggio di phishing in milanese, in genovese o in napoletano? O in dialetto viennese, oppure in slang californiano, o in argot lunfardo? Finora, la cosa è abbastanza improbabile. Ma con l’intelligenza artificiale generativa questo rischio diventa teoricamente possibile. La tecnica potrebbe essere utilizzata per sfruttare l’empatia legata agli idiomi materni, abbassando le difese e stabilendo un senso di fiducia.
Secondo Alessio Agnello, direttore di Trend Micro Italia, questa nuova frontiera del phishing, benché poco probabile in contesti aziendali, “potrebbe essere utilizzata nelle truffe ai danni dei consumatori”.
I ricercatori della Brown University di Providence, Rhode Island, “hanno provato a usare lingue poco parlate, tra cui il gaelico, con ChatGpt. Il bot di OpenAi è dotato di specifiche protezioni di sicurezza, come il rifiuto di fornire all’utente istruzioni su come costruire una bomba. Tuttavia, quando i ricercatori si sono rivolti a ChatGpt in lingue rare, chiedendo di compiere azioni non etiche, hanno potuto accedere a informazioni proibite. Secondo quanto riportato, Open Ai è consapevole del rischio e sta già adottando misure per mitigarlo. Ma è meglio ricordare che, sebbene la GenAi sembri “intelligente”, a volte può avere l’ingenuità di un bambino”.
Gli utenti sono avvertiti: attenzione massima e… fii ballà l’oeugg.