Tab Magazine

Tecnologie per assicurazioni e banche

Migrazione alle auto elettriche: che salasso

15 Febbraio 2023

Il parlamento europeo ha deciso: entro il 2035 non si produrranno più automobili endotermiche. Con un rincaro non indifferente: secondo Federcarrozzieri, le spese per riparare le auto aumenteranno fra il +18% e il +30% rispetto a quanto avviene per le vetture a benzina o diesel

 

Ormai è deciso: dal 2035, nel territorio dell’Ue non si produrranno più automobili endotermiche. Lo ha sancito ieri il parlamento europeo a maggioranza.
Migreremo dunque all’elettrico. E sarà un vero salasso. Non solo per il costo delle auto, probabilmente maggiore, ma anche per le riparazioni. Su questo ultimo punto ha posto l’accento Federcarrozzieri, sottolineando che le spese per aggiustare le auto saranno decisamente più alte: fra il +18% e il +30% rispetto alle vetture a benzina o diesel.
“Appena entrano in una carrozzeria, le auto elettriche devono essere messe in sicurezza”, sottolinea Davide Galli, presidente dell’associazione, “e per fare questo occorre vi sia almeno un addetto abilitato con patentino Pes-Pav. Inevitabilmente, la procedura comporta spese maggiori per gli operatori e quindi per gli automobilisti. Poi c’è l’elettronica particolare che caratterizza queste vetture e che determina attività più lunghe (e costose) per smontaggio, rimontaggio, sostituzione, programmazione, ricalibrazione e via dicendo. Basti pensare che per alcune auto elettriche di nuova generazione si registra un 60% di elettronica in più rispetto alle vetture tradizionali”.
Le carrozzerie, conclude Galli, “dovranno quindi evolversi e aggiornarsi per far fronte al cambiamento del mercato, ricorrendo a personale sempre più specializzato e a strumentazione più complessa, con una selezione naturale degli operatori ma al tempo stesso un incremento non indifferente delle spese a loro carico che determinerà, di conseguenza, un aumento esponenziale dei costi di riparazione delle autovetture”.
Al salasso si aggiungono le gravi ricadute sull’occupazione: secondo Confapi, la decisione del parlamento europeo metterà a rischio più di 2.200 aziende del settore e 195.000 posti di lavoro.

 

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Show Buttons
Hide Buttons